In numerose condizioni di stress e di vissuti sofferti, molto spesso giustificati da situazioni ansiose di difficile gestione, la prima cosa consigliata è quella di riprendere rapidamente in mano la situazione fuori controllo, proponendo condotte che interrompano la sofferenza fino a ricondurla ad un sentito interno più favorevole e meno patito. Respiriamo fin dal momento in cui nasciamo emettendo il primo vagito e, partendo di lì, viviamo grazie a quel respiro che, mantenuto stabile e automatico per tutto il corso della nostra esistenza, garantisce agli organi l’ossigeno indispensabile alle funzioni metaboliche. Il “motore” muscolare di quel muovere il torace in modo pendolare (gonfia-sgonfia) che porta aria al sangue attraverso i polmoni, è garantito da due diversi gruppi di muscoli che agiscono in modo integrato: il diaframma, muscolo piatto che separa la cavità toracica da quella addominale, che sostiene la gran parte del lavoro respiratorio in condizioni di riposo, e la muscolatura accessoria (torace alto), che interviene invece quando è necessario un lavoro aggiuntivo. In quell’indissolubile dimensione di un link mente-corpo integrato, in condizioni di quiete si respira con il diaframma e, per logica estrapolazione, respirare con il diaframma “obbliga” a ricondurre il meccanismo generale del sistema ad uno stato calmo. È per questo che, proprio nelle situazioni acute connotate dallo scompenso ansioso in cui il torace ed i suoi muscoli vanno in tilt, con attivazioni muscolari improprie, disfunzionali ed inutilmente dispendiose da un punto di vista energetico, il caregiver che ci giunge in soccorso parte molto spesso proprio dal guidarci alla respirazione diaframmatica con tecniche facilmente comunicabili anche per telefono, con il preciso intento di riprendere in mano la situazione e di abbassare rapidamente l’ipertono emotivo, operando proprio sul rapido ripristino di un respiro più ergonomico. Quel respiro più tranquillo ricondotto ad un minore dispendio di energie, consente all’ansioso e all’agitato in generale di riguadagnare più rapidamente uno stato interno più vantaggioso, orientandolo ad una condizione di benessere che parte dall’autorizzarsi a rilassarsi. Non magia, quindi, senza spiegazione, ma una ben articolata serie di conseguenze che partendo dal respirare col diaframma, più funzionale e meno faticoso, consente alla persona con ansia acuta e a tutti coloro che vivono le peggiori attivazioni emotive, di resettare il sistema respiratorio e mentale verso uno stato stabile dotato di un più vantaggioso livello energetico inferiore. È anche questa una parte importante della base dello Yoga applicato al controllo della respirazione e degli stati interni. Ma ancora altro capita quando, ansiosi, veniamo “obbligati” a respirare col diaframma. Non sapendo il cervello “non” pensare, possiamo al massimo contare sul fargli “fare” qualcosa di diverso da ciò che fa quando ci agitiamo. Non c’è nulla di peggio di dire, senza valide motivazioni, “non si agiti” ad un agitato, perché la prima cosa che farà sarà agitarsi ancora di più. Ma ci sono invece tante tecniche che gli si possono proporre per distogliere l’attenzione dai suoi contenuti agitanti, fino al punto di portarlo a pensare a qualcosa di più tranquillo. Indipendentemente dal fatto di focalizzare l’attenzione sul contrarre il diaframma,  favorendo in questo modo un respiro reso ad arte più quieto, ciò che succede non è miracolo, ma semplicemente distrazione della persona da quei temi agitanti che giustificano la sua attivazione ansiosa. Un buon “trucco”, quindi, quel respiro diaframmatico, per “staccare” dai temi dell’ansia e rilassare la mente a questo punto impegnata sul respiro. Si sa che da sempre rallentare il ritmo corrisponde ad uno dei più potenti attivatori del sistema parasimpatico, distretto di quel sistema neurovegetativo che favorisce il sonno ed il rilassamento. E proprio in questo senso che la respirazione diaframmatica si aggiunge una virtù in più, palesandosi come scaltro attivatore di questo beneficio rilassante. Ben venga, quindi, la respirazione diaframmatica nelle tante situazioni acute di scompenso emozionale, da vedere come metodo universale atto a favorire, in tempi rapidi, un riequilibrio dello stato emotivo da pretendere come un diritto.

Dott. Enrico Ballor