Il numero di emergenza di sostegno psicologico istituito dall’Associazione linea-menti è sempre stato un vanto. Sin dal suo primo giorno è infatti gratuito e attivo 24 ore: un’eccellenza a livello nazionale. Normale quindi che in questi giorni di emergenza a causa del diffondersi del coronavirus quello strumento si sia trasformato quasi in un numero dedicato. A dirlo sono i numeri fatti registrare nell’ultima settimana: oltre 60 di media. Un ritmo altissimo che l’associazione riesce a smaltire grazie anche all’aiuto fornito da Telefono Amico Torino.

Il presidente di linea-menti, il dottore Michele Abbruscato, nel certificare proprio il grande sforzo operato in questi giorni, parte proprio dai ringraziamenti: «Senza il fondamentale e prezioso aiuto di Telefono Amico Torino non saremmo riusciti a fornire la nostra assistenza. La collaborazione con loro era attiva già prima dello scoppio dell’emergenza e questo per noi ha rappresentato ovviamente un importante punto di forza in questa situazione di emergenza». Abbruscato subito dopo fa chiarezza sulla natura del numero d’emergenza: «Non è un’iniziativa nata appositamente per questi giorni, perché per poterla attivare seguendo tutte le linee guida e le normative abbiamo lavorato a lungo, più di un anno e mezzo. Anche volendo però non avremmo potuto fare un’iniziativa dedicata poiché a livello regionale dall’Ordine degli Psicologi è arrivata comunicazione che per deontologia, codice civile e privacy ogni iniziativa a tema coronavirus non ha la sua approvazione. A mio avviso una presa di posizione anche corretta perché permette di tutelare la professione e anche chi fa vero volontariato».

Abbruscato racconta meglio poi questi giorni convulsi: «Le tante telefonate che riceviamo non arrivano solo dal Piemonte, ma sono tante anche le persone che cercano un aiuto ad esempio dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna. Come detto in precedenza è chiaro che in questo momento il tema principale è il coronavirus, almeno il 90% delle chiamate che arrivano vertono su quel tema. Sotto le preoccupazioni da coronavirus però ci sono problematiche ansiogene presenti nelle persone già in precedenza e quando approfondiamo la conoscenza ci rendiamo poi conto che molte di esse evidenziano delle vulnerabilità sociali. Non è certo un caso per esempio che in questo momento la categoria maggiormente rappresentata nelle telefonate siano liberi professionisti che hanno paura di perdere il lavoro».

Poi il Dottor Abbruscato rivela – neanche così tanto a sorpresa – quale altra categoria è molto rappresentata dall’altra parte della cornetta: «Il grave momento che il nostro sistema sanitario nazionale sta attraversando è proprio ben rappresentato dall’elevato numero di telefonate che riceviamo da dottori e infermieri in questo momento sotto stress e in una chiara situazione di burn-out. Colleghi a cui va tutta la nostra massima solidarietà. Questo ultimo dato mi offre poi un ultimo assist per chiedere alla Regione, ma anche a tutte le associazioni di volontariato, un aiuto maggiore e concreto, perché questo ritmo che stiamo tenendo non è possibile da sostenere nel lungo periodo».

Associazione linea-menti